ASCOLI – L’Ascoli di un tempo cambia definitivamente volto. Nell’ambito dei lavori in atto da mesi in via Lungo Castellano, che hanno già interessato nuovi marciapiedi e la ristrutturazione di un tratto del ponte di Porta Cartara dopo un incidente stradale che ha coinvolto mesi fa una parte della balaustra, nelle ultime ore è stato abbattuto un edificio che ha caratterizzato per tanto tempo un pezzo di storia della città, situato alla fine del ponte stesso, dal lato delle vecchie fontane in direzione centro. Le gru hanno da poco buttato giù infatti l’edificio che tra le due guerre mondiali era noto per esercitare come casa di tolleranza.
La costruzione, realizzata poco meno di due secoli fa, da anni era disabitata e in occasione dello sciame sismico del 2016 era diventata seriamente pericolante, anche a causa di quella posizione a picco sul Castellano decisamente a rischio. Se ai giovani della città una simile abitazione può non aver avuto alcun significato, tutti coloro che erano residenti nel capoluogo piceno nei decenni prima della chiusura della attività di meretricio che vi veniva esercitata, a causa della Legge Merlin nel 1958, la rammentano ancora. L’edificio, che secondo la localizzazione geografica Google Maps era evidenziato sino all’ultimo come ex bordello, adesso non esiste più. Con lui se ne va un periodo che ha reso per tanti anni la zona affollatissima da migliaia di uomini della città, grazie ad un’attività che fu allestita dalla signora Eva Pedrett dopo la costruzione dell’antico acquedotto, presente lungo il ponte dal 1850. Si attende ora la nuova immagine di quello scorcio, mediante una ricostruzione che difficilmente porterà ancora tracce vivide e tramandabili di certi ricordi del passato.